da Ippolito Edmondo Ferrario | Dic 6, 2024 | News
Il romanzo “I fantasmi del banchiere nero” nasce prima di ogni cosa dalla visione di un’immagine, di una fotografia, quella della pietra d’inciampo dedicata alla memoria di un bambino di Venezia.
Era il 5 dicembre del 1943 quando Leo Mariani era prossimo a nascere e quel giorno suo madre, Pia Cesana, fu rastrellata insieme ad altre decine di persone che abitavano nel ghetto di Venezia….
Qui di seguito un breve estratto tratto dal libro.
“Pensò ai bambini che tra il dicembre del 1943 e il febbraio del 1944, su ordine del prefetto Cordova, vennero arrestati in più rastrellamenti compiuti dalla polizia italiana insieme ai soldati tedeschi, ai carabinieri e agli uomini della Guardia Nazionale Repubblicana.
In tutto furono centotrenta.
Gli ordini erano precisi e spietati: dividere subito, senza eccezioni, gli uomini dalle donne e dai bambini.
I primi furono inviati al carcere di Santa Maria Maggiore, le donne alla Giudecca e i bambini vennero mandati in istituti per l’infanzia.
Quasi tutti i minori partirono poco dopo gli arresti per raggiungere il campo di Fossoli, prima di essere destinati ai campi di sterminio in Germania, solo un piccolo gruppo rimase ancora per un poco a Venezia.
Un’illusione di una possibile salvezza infranta il 18 gennaio del 1944, quando la polizia li aveva scortati ai convogli ferroviari. Il motivo del ritardo nella partenza, da quello che era emerso dai documenti dell’epoca, fu che i piccoli non erano nelle condizioni di viaggiare.
Forse, ma questo nessuno lo poteva affermare con certezza, i bambini in quel momento erano malati, magari afflitti da un’influenza di stagione e ciò aveva impedito il loro trasferimento.
Mario di quattro anni, Lino di sei, Sergio di quattro e Mara di tre, erano i loro nomi.”
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
da Ippolito Edmondo Ferrario | Nov 2, 2024 | News
Metti una notte un banchiere milanese a Venezia
L’albergo disponeva di un approdo in legno sul principale canale della città. Pur essendo autunno la sera regalava una temperatura insolitamente mite. Si accomodarono a un tavolino.
Poco dopo furono serviti.
La sensazione era quella di ritrovarsi sospesi sulle acque della laguna che a quell’ora, calato il traffico delle imbarcazioni, tornavano a farsi tranquille, quasi placide.
Raoul era ammaliato da quell’atmosfera fiabesca, ovattata, in cui lo sciabordio delle onde che si infrangevano sui moli di pietra diventava una litania incessante, a tratti ipnotica.
Anche l’ondeggiare di una gondola ormeggiata a una delle paline davanti a loro assumeva valenze oniriche.
Venezia sembrava sotto il giogo perenne di un incantesimo infrangibile e tutto, agli occhi del banchiere assumeva una prospettiva meravigliosa.
Si concentrò sul profumo intenso del suo whisky e saziato l’olfatto alzò il bicchiere, invitando Mara a un insolito brindisi.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
da Ippolito Edmondo Ferrario | Ott 21, 2024 | News
Non ascoltare quello che ti dicono gli altri. Se hai paura quando passi per una calle o attraversi un campiello, anche se in apparenza non c’è nulla da temere, è perché lì c’è il male.
Il male non scompare mai del tutto, sta a te riconoscerlo e rimanere in guardia quando lo incontri.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
da Ippolito Edmondo Ferrario | Ott 17, 2024 | News
Il vizio di noi scrittori. James Coburn alla Trattoria alla Madonna di Venezia
A volte capita che si senta il desiderio di inserire, tra le righe di un romanzo, un episodio vero, di vita vissuta, camuffandolo con la finzione, ma il ricordo di esso, a distanza di tanti, troppi anni forse, rimane vivissimo…
«Stasera mi sento buono. D’altronde ho cenato alla Trattoria alla Madonna, ritrovando i piatti di un tempo. C’è mai stata?», le domandò il banchiere più interessato a sapere se Mara conoscesse la storica trattoria, invece che disquisire ancora sui fatti appena accaduti.
«Sì, qualche volta», rispose lei incerta. «Allora avrà assaggiato i meravigliosi antipasti e gli spaghetti al nero di seppia. Ricordo ancora una mia cena risalente al 1988. Per la cronaca ero latitante, a causa del solito accanimento giudiziario che ho subito negli anni. Detto questo ero a Venezia in occasione della mostra di un artista che amo e di cui ho molte opere in collezione, Federico Zandomeneghi, fra l’altro veneziano. Quella sera a cena, al tavolo accanto al mio c’era James Coburn, protagonista del film Giù la testa. Belli quei tempi in cui gli uomini tenevano molto di più all’eleganza e allo stile, rispetto a oggi. Ma pazienza», tagliò corto come se non avesse più voglia di continuare nel ricordo.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
da Ippolito Edmondo Ferrario | Ott 8, 2024 | News
Giacomo Favretto e la sua Venezia
«Lei è mai stato a Venezia?», gli domandò Mara incuriosita.
La giornalista si sentiva nuovamente soggiogata dai modi di fare bizzarri di Sforza, dal suo conversare, passando da un argomento all’altro, mostrandosi affabile in alcuni momenti, freddo e bellicoso in altri.
«Manco da molti anni, ma è una città che ha un posto speciale nel mio cuore. Per tanto tempo ebbi il piacere di possedere una delle opere pittoriche più belle del grande pittore veneziano Giacomo Favretto. Una veduta del Traghetto della Maddalena. Un dipinto meraviglioso.
Ogni volta che lo osservavo ne rimanevo estasiato».
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024