Un banchiere fra i druidi

Un banchiere fra i druidi

Un banchiere fra i druidi

Immerso nelle sue considerazioni, Raoul si ritrovò a inerpicarsi lungo un dedalo di ristretti carruggi dalla pavimentazione sconnessa.

Erano passaggi angusti tra case di pietra, alcune soffocate da rampicanti e piante di sambuco o di fico.

Un cartello sbiadito dal tempo recitava che quel luogo, in epoche remote, era stato frequentato dai druidi, i sacerdoti del popolo celta.

Il banchiere si lasciò trasportare da una morbosa curiosità.

Si perse all’ombra di quei simulacri di pietre e mattoni, per vedere dove si giungesse.

In pochi minuti, camminando senza fretta, ma fermandosi spesso per osservare, si ritrovò prossimo alla sommità del colle.

Con stupore e meraviglia varcò la suggestiva soglia dell’antica chiesa di San Nicolò.

Passò sotto ad un piccolo portico sostenuto da due colonne di pietra che terminavano con capitelli finemente scolpiti.

Un affresco raffigurante una colomba decorava la volta a crociera del portico stesso.

Raoul attraversò silenzioso il portale in pietra nera. Intorno a lui rimanevano soltanto i muri perimetrali e l’altare dell’antico luogo di culto.

Il tetto era crollato durante il terremoto del 1887.

Lacerti dell’originaria pavimentazione giacevano sprofondati nel tappeto erboso.

Il banchiere provò un brivido di piacere di fronte alla natura che aveva preso il sopravvento, ma al contempo aveva lasciato ai ruderi un’assoluta dignità e levatura che nessun edificio moderno poteva vantare.

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022

 

Il banchiere di Milano approda nell’estremo Ponente Ligure. Direzione Bajardo

Il banchiere di Milano approda nell’estremo Ponente Ligure. Direzione Bajardo

Il banchiere di Milano approda nell’estremo Ponente Ligure. Direzione Bajardo
La strada che imboccò portava in montagna, nell’entroterra.
Ormai inerpicarsi lungo quei percorsi tortuosi e angusti stava cominciando a divenire una costante.
Dopo alcuni chilometri in cui la strada serpeggiava tra villette, frazioni e le tipiche serre della zona, il paesaggio assunse un’altra connotazione.
Superò l’abitato di Ceriana. Scrutò con interesse il paese arroccato sulla roccia. Aveva un che di tetro e di antico che non lo lasciò indifferente.
Lo scrittore Howard Phillips Lovecraft, celebre per le sue rappresentazioni spettrali di una certa provincia americana, probabilmente avrebbe apprezzato quelle architetture tanto vetuste quanto contorte: archi, archetti, sottopassi, strade anguste e ripide, case costruite quasi a strapiombo sulla roccia in perenne lotta con la forza di gravità.
Tratto da I diavoli di Bargagli, di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori