Il generale Aidid, signore della guerra
Il comandante somalo, alto e prestante, aveva da poco superato i quarantacinque anni.
Indossava un abbigliamento militare simile a quello dell’esercito regolare libico,
ma sul capo portava un cappello a tesa larga del tipo US Bonnie Hat americano, in colorazione desertica.
Seppur logoro, non se ne separava mai.
Diceva che era appartenuto ad un soldato americano da lui ucciso a Mogadiscio quando era poco più che un ragazzino.
Correva il 1993 e il giovane Osman faceva parte delle milizie del generale Aidid.
Quest’ultimo era uno dei più influenti signori della guerra; i suoi uomini, privi di scrupoli, controllavano la popolazione locale stremata dalla guerra civile e tenevano testa alle forze militari straniere giunte in Somalia.
Quella che era nata come una missione umanitaria sotto l’egida delle Nazioni Unite si era ben presto trasformata per i militari stranieri in un inferno.
Tratto da Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza
di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2023