Il Serial killer che è in noi
Ippolito Edmondo Ferrario
Secolo d’Italia, 13 giugno 2006
Intervista a 360 gradi con Andrea G. Pinketts, in occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo “Ho fatto giardino”, da oggi in tute le librerie. Tra cronaca, delitti quasi perfetti e politica.
“Quando Michael Jackson era ancora nero io ero ancora bianco…..”. Comincia così “Ho fatto Giardino” l’ultimo romanzo dello scrittore Andrea G. Pinketts da oggi in tutte le librerie (Mondadori, pp.348, euro 16). Lui è il deus ex machina, o senza macchina (visto che la patente gli è stata ritirata), del noir italiano, la Tigre della Malesia in trasferta al Giambellino, il Serpico delle indagini giornalistiche. Lo abbiamo incontrato allo Smooth, il celebre locale di via Buonarroti a Milano che Pinketts ha eletto a sua seconda dimora. Andrea, seduto ad uno dei tavolini, circondato da bulli e pupe, mi accoglie lanciandomi sguardi da veterano di una cruenta guerra alla quale è sopravvissuto e di cui mostra orgoglioso le cicatrici. Camicia fantasia con pin-up disegnate , cravatta gialla, cappellino da pescatore color canarino, pantaloni blu con patta aperta e scarpe di pelle bianca…. Pinketts è una specie di Banana Joe. Quando arrivo mi saluta romanamente e mi presenta ai camerieri come…. Il Secolo d’Italia in persona. Poi la chiacchierata con lui entra subito nel vivo, tra un sorso di birra ed un toscano…..
Il noir è davvero tra noi. Non credi? La cronaca gronda sangue da tutte le parti: sembrerebbe che i fatti di cronaca nera, soprattutto in ambito familiare e che coinvolgono i bambini, siano in aumento. A chi imputi questa escalation di violenza e chi potrebbe essere il responsabile?
Gli assassini ed i serial killer esistono fin dalla notte dei tempi. Non è stato scoperto nulla di nuovo. Euripide con la sua Medea già ne parlava secoli fa. Certamente i mezzi di informazione amplificano le notizie, dandone una rilevanza che prima non avevano.
E’ solo questione di informazione?
Sì, in un caso e nell’altro. Si verificano anche situazioni in cui il fatto di sangue viene in qualche modo stemperato prima di diventare di pubblico dominio. Ciò quando avviene in alcune realtà più o meno omertose.
Un bene o un male?
A volte è anche un bene. Io, comunque, fino alla prova di colpevolezza, non sono per il buttare il mostro in prima pagina.
E parlaci ora del tuo nuovo libro, a cominciare dal titolo. Che cosa significa?
“Ho fatto giardino” è una mossa che nel gioco del poker non esiste e che sconsiglio ai principianti di mettere in pratica; essa consiste nel bluff assoluto, alla quale ricorrere quando in mano non hai una carta uguale e i tuoi titanici avversari sono pronti a farti fuori. Ecco che allora “fare giardino” è l’unica mossa per diventare un iceberg e affondarli.
Dove è ambientata la storia?
Tra Milano e Saint-Tropez, ma soprattutto a Milano, in una città in pieno decadimento, divorata e dilaniata dalle boutiques, sempre più in vetrina e quanto mai plastificata. In pratica un plastico di città. Una città, per dirla alla Califano dove “La musica è finita, gli amici se ne vanno….”. Quindi fare giardino nel mio libro vuol dire creare una nuova vegetazione in una metropoli che è condannata ad essere priva. L’unica erba infatti che cresce a Milano è al Parco Sempione, ai giardini pubblici o… nelle canne, E purtroppo, spesso, una cosa non esclude l’altra.
Ma è un romanzo ecologista?
Non esattamente, non ho propensioni buoniste. Da bambino anch’io andavo ai giardinetti a giocare e così ho deciso di riprendere il gioco nella sua forma più estrema per l’ultima puntata di Lazzaro Santandrea, protagonista della storia e perdente di successo.
In “Ho fatto giordino” affronti anche il problema della droga…..
Io sono contrario, preferisco il whisky. E tendenzialmente sono solo a favore della fantomatica Bumba, sostanza che ho inventato per questo romanzo, ma che non si sa se esista effettivamente, almeno fino alla fine del libro. La Bumba, paragonabile alla leggenda metropolitana dei coccodrilli albini nelle fogne di New York, nel libro diventa una sorta di Graal, ma non vorrei essere accomunato a quell’altro scrittore di cui si parla oggi… James Brown. Giusto? Dunque la Bumba è sostanzialmente un contenitore vuoto…..
E’ l’ultima volta che utilizzerai il personaggio di Lazzaro Santandrea, il tuo alter ego?
Lazzaro è morto e resuscitato più volte e ciò fa parte del suo destino, continuare a resuscitare. Questa volta però sarà l’ultima e voglio consegnarlo vivo all’eternità. Non vorrei che fra qualche anno un pirla qualunque lo riadattasse alla sua scrittura profana per farlo rivivere.
Chi è in realtà il detective Lazzaro Santandera?
Lazzaro è sacro e profano, un avventuriero della vita, un detective che indaga su quell’enorme mistero che si chiama esistenza. E ancora è un filosofo da quattro soldi, che è sempre un punto in più de L’opera di tre soldi di Bertolt Brecht.
Il libro è dedicato a qualcuno in particolare?
A Gianfranco Micucci, ex sindaco di Cattolica, compianto galantuomo dall’intelligenza irrequieta. Fu lui nel 1992 a farmi eleggere Detective comunale con il titolo di Sceriffo, dando uno schiaffo morale, e non solo, alle ingerenze camorristiche che si stavano verificando e alla disattenzione di chi avrebbe dovuto occuparsene.
In alcuni tuoi libri è evidente un tuo interesse per l’argomento religioso. Che rapporto hai con la religione?
Ti posso dire però che di questo mio ultimo romanzo ho mandato le bozze in anteprima al Papa per avere la sua approvazione.
E lui?
Non avendo avuta risposta sono forte del fatto che chi tace acconsente. Quindi è un romanzo della Madonna! Io poi ho una grande simpatia per il Dio biblico e per il suo lato etilico. Dopo il diluvio universale, una volta toccata la terra ferma, Noè si preoccupò di piantare una vigna, cominciando a produrre vino. Ecco perché il bar è anche il mio ufficio….
Torniamo all’attualità. Il problema criminalità è sempre al centro di numerosi dibattiti. Che cosa farebbe Pinketts Ministro dell’Interno?
Dubito che possano eleggermi, ma credo che la prevenzione sia la migliore cura. Punterei dunque di più sull’intelligence nonostante io sia un uomo d’azione; quest’ultima che deve essere sempre meditata, mai ottusa. La prima regola per opporsi alla criminalità è una grande elasticità mentale coordinata da un decisionismo meditato.
Credi che sull’onda delle cronache quotidiane, il genere noir stia vivendo in Italia una seconda giovinezza?
Il noir è lo specchio della società. Attualmente è un genere quasi inflazionato, è un genere-non genere. I miei noir sono infatti “degeneri”. Sicuramente è un o specchio di acque torbide in cui anche Narciso si vede brutto, ma è giusto che sia tale.
Andiamo alla politica. Chi getti dalla torre?
Prodi. Perché rimbalza.
Cosa pensi dello scandalo del calcio?
E’ la cronaca di uno scandalo annunciato. Io ho sempre preferito il rugby.
Progetti letterari per il futuro?
Diversi. Sto lavorando con Massimo Gatti, fotografo e imprenditore, a un nuovo personaggio, un ex-monaco benedettino inspiegabilmente trapiantato per un incidente temporale nel presente.
Puoi darcene un’anticipazione?
Si chiama Benedetto Dalla Doccia e il suo scopo è redimere affettuosamente una strega, facendo al tempo stesso piazza pulita dell’inquisizione e del male che genera.
Dove andrai in vacanza quest’anno?
Quando le saracinesche chiudono per ferie, le persone vanno in vacanza e James Bond va in missione…. Io vado in tournée.