Anche se il banchiere nero è un raffinato collezionista di arte antica, dell’Ottocento e Moderna, egli non si sottrae al fascino che può riservare anche l’arte contemporanea, soprattutto se porta la firma di Banksy. Buona lettura.
Il graffito del celebre artista di strada era lì, a filo dell’acqua del canale, impresso sul muro scrostato di una casa.
Mara conosceva bene la storia di quell’opera d’arte che il misterioso artista di fama internazionale aveva fatto in una notte.
Il bambino con il giubbotto di salvataggio addosso e il razzo di segnalazione con il fumo color fucsia era intatto, ma qualcuno, poco più in là, aveva disegnato una grande svastica rossa.
C’erano anche altre chiazze di vernice sparse sul muro, che non avevano intaccato il graffito.
Il viavai di turisti e di persone non era eccessivo, ma nessuno dei presenti, in quel momento, sembrava badare al murale e a quel tentativo maldestro di rovinarlo.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024